mercoledì 18 maggio 2011

MUORE WANJIRU, IL RE DELLA MARATONA

Questo è un post triste, dato che riguarda la morte accidentale, a soli 24 anni di Samuel Wanjiru, campione olimpico in carica sulla maratona e uno dei più talentuosi atleti di tutti i tempi sulla maratona.



Detentore del record del mondo sui 15 e 20 km, nonchè sulla mezza maratona (58'35''), ha debuttato nel 2007 alla maratona di Fukuoka, vincendola in  2.06.32.
Ha vinto 6 delle 7 maratone corse nella sua breve carriera, tra cui una London Marathon, due Chicago Marathon, oltre all'oro olimpico e ad un secondo posto a Londra.

Vi allego un breve articolo tratto da La Stampa di ieri, che evidenzia le fragilità dell'uomo dietro alla grande forza di atleta.

"Aveva portato il Kenya a quell'oro olimpico nella maratona che il Paese della corsa e del sudore non aveva mai conquistato. Correva da quando aveva quindici anni Samuel Wanjiru, ma non era uno dei tanti che popolano la 42,195 km in giro per il mondo: alla sua terza maratona completa, dopo aver dominato dal 2005 al 2007 la mezza, specialità in cui ha ritoccato per tre volte il record mondiale, ai Giochi di Pechino del 2008 aveva trionfato con un tempo da record olimpico di 2h06'32" arrivando a 21 anni lì dove nessuno dei keniani era riuscito. E ora la sua scomparsa, tragica, in circostanze ancora tutte da definire, fa piangere il Kenya intero e il mondo dell'atletica.

La fine di Wanjiru, nato l'11 novembre 1986 a Nyahururu, nella Rift Valley, resta avvolta dal mistero: un giallo, perchè l'olimpionico è morto cadendo dal balcone della sua casa al primo piano. Fatali gli sono state le ferite interne riportate nell'impatto: per la polizia si tratterebbe di un suicidio, più che di una caduta accidentale, incidente però scatenato da una lite con la moglie. Un problema familiare dunque dietro al dramma di un atleta-prodigio, già al centro, negli ultimi mesi, di vicende burrascose. «È caduto dal balcone dopo un litigio con sua moglie, lo abbiamo trovato disteso in veranda con il cranio fratturato, perdeva sangue dal naso e dalla bocca - ha spiegato il responsabile della polizia locale, Jaspher Ombati - è stato trasportato in ospedale dove è morto subito dopo».

«È una perdita non solo per la sua famiglia, ma per tutto il Paese. Era la nostra speranza anche per i Giochi di Londra», le parole del primo ministro, Raila Odinga. Il campione della corsa, "emigrato" appena adolescente in Giappone, poteva allenarsi con il gruppo della Toyota grazie a una borsa di studio. E lì si è formato il campione, capace di abbassare tre volte il record della mezza maratona con un duello a distanza con un altro grandissimo dell'atletica africana, l'etiope Haile Gebrselassie: poi il 12 dicembre 2007 il grande salto sulla 42 km, a Fukuoka vincendo con un tempo da brividi di 2h06'39. Replica anche a Londra in 2h05'09 nel 2009, e fa una doppietta a Chicago. Ma nella vita del giovane atleta c'erano già stati molti problemi: una vita coniugale molto movimentata quella di Wanjiru con sua moglie Trizah Njeri, dalla quale aveva avuto una bambina nel 2007. Tanti litigi, scenate, con il maratoneta, troppo incline all'alcol, finito anche in carcere con l'accusa di tentato omicidio. Era il 30 dicembre dello scorso anno e Wanjiru è stato arrestato per aver minacciato di morte proprio la moglie con un mitra e aver ferito una guardia del corpo. Anche allora era stata la casa di Nyahururu a fare da sfondo alla lite e l'olimpionico era comunque in stato di ebbrezza al momento dell'arresto.

Respinte le accuse l'atleta era stato rilasciato su cauzione. Lo scorso gennaio il keniano era uscito solo con qualche ammaccatura da un brutto incidente d'auto, in cui era andata distrutta la Lexus guidata da Wanjiru. Ora l'epilogo più tragico: la fine, a soli 24 anni, di un campione. Una vita consumata troppo in fretta, fatta di corsa, record, minacce, alcol e quel sogno che nel 2008 aveva fatto di Wanjiru non un keniano tra tanti. Ma il campione olimpico."

1 commento:

  1. io sono convinta che nella vita ci sono dei tempi stabiliti che abbiamo per raggiungere certi obiettivi, dobbiamo cercare di perseguire il massimo e quando lo abbiamo raggiunto il nostro destino si è compiuto e forse ci aspetta una altra vita dove quel limite viene portato oltre.

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